Zapovedniki's House

[Arthur Miller]

Arthur fece sparire in brevissimo tempo la sua porzione poi si rivolse a Iulia: «Mhmm, le dirò, per un giudizio più obiettivo dovrei assaggiarne un'altra fetta.» si lasciò andare in una risatina. «Ottima, davvero ottima nella sua semplicità. Non è vero che i dolci più elaborati sono per forza i più buoni, o almeno così la penso.»

{ Iulia Zapovedniki }

Sorrise e servì ad Arthur un'altra fetta, poi si decise a mangiare la sua.
« Il mio chef era uno dei più rinomati, in Russia, per i suoi dolci. Ne vado fiera, anche perché mi vizia. E' come un padre, dopotutto »
Lo sguardo si era fatto un po' malinconico, ma il sorriso sulle labbra continuava a permanere. Era davvero affezionata a quell'uomo.

[Arthur Miller]

Arthur annuì comprensivo. Anche lui era legato alla governante di casa Fisherman che praticamente gli aveva fatto da madre, poteva benissimo capire cosa provasse la ragazza. Aveva notato un velo di malinconia nei suoi occhi, così spostò la sua conversazione su qualcosa di più frivolo. «Secondo il suo parere, qual è il dolce più buono che si fa in Russia?»

{ Iulia Zapovedniki }

Si ridestò subito alla domanda di Arthur, e tornò a sorridere.
« Oh, il mio chef fa una krovrizka particolarmente buona »
Dimenticò per un attimo che magari Arthur non avesse la benchè minima idea di cosa fosse la krovrizka, perciò fece una piccola risatina e si affrettò a spiegarglielo.
« Si fa con noci, cannella, chiodi di garofano e marmellata. E' ottima »
Annuì, e le venne l'acquolina solo a pensarci. Magari avrebbe potuto chiedere allo chef di prepararne una, per quella sera.

[Arthur Miller]

«Magari il mio insegnante di russo mi avesse insegnato queste cose!» sorrise. «Adoro la cannella, quasi al pari del cioccolato!» Questa conversazione gli piaceva parecchio. «Per quanto riguarda me, le parrà strano, ma stravedo per i biscotti che prepara la mia governante bagnati nel cioccolato caldo. Nulla di complicato, eppure...»

{ Iulia Zapovedniki }

Annuì alle parole di Arthur.
« Oh, io adoro il cioccolato! E' quanto di più buono ci possa essere. Magari nel pomeriggio le farò preparare un'ottima cioccolata calda »
Annuì, guardandosi poi attorno. Lo sguardo le cadde sulla finestra che dava sul giardino, e sorrise.
« Le va, allora, di vedere il mio giardino? »
Arthur avrebbe potuto ammirare non solo le rose, ma moltissime altre specie di fiori, coltivati solo ed esclusivamente da Iulia.

[Arthur Miller]

Arthur sorrise spontaneamente alle parole della donna. Una signorina che adora la cioccolata era una perfetta compagnia. «Oh, sono lieto che anche voi concordiate con me! Se lo desiderate, vi porterò in una deliziosa pasticceria che ho conosciuto da poco.» Si alzò in piedi, pronto per visitare il giardino. «Sarei onorato di ammirare le vostre piante» disse.

{ Iulia Zapovedniki }

Si alzò, raggiante. Sembrava una bambina di fronte ad un negozio di dolci.
« Allora, andiamo »
Lo prese a braccetto e lo condusse fuori.
Dietro la casa si estendeva un meraviglioso giardino. Un viale affiancato da cespugli di rose conduceva su un giardino con una fonata al centro. Attorno a questa fontana, altri cespugli di altri fiori. Uno spettacolo decisamente incantevole.

[Arthur Miller]

Arthur ammirava incuriosito tutto ciò che lo circondava, spostando di continuo lo sguardo. Da fuori, non sembrava che il giardino fosse così bello e ben curato. Immaginò che parecchi giardinieri molto esperti vi ci lavorassero con cura. Sì, decisamente la signorina Zapovedniki doveva essere davvero abbiente per permettersi tutto ciò.

{ Iulia Zapovedniki }

Sorrise, passando la mano tra le foglie dei roseti, stando attenta a non pungersi.
« E la cosa meravigliosa è che le ho piantate tutte io »
Fece una piccola risatina eccitata e lo condusse verso la fontana.
« Sembra strano, vero? C'è un solo giardiniere che se ne prende cura quando non ci sono. Per il resto, me ne occupo io »
Guardava quei fiori come se stesse osservando i propri figli.

[Arthur Miller]

Arthur fissò la donna meravigliato. Non riusciva a credere che una dama così raffinata si piegasse a terra per lavorare con le piante. «Mi creda signorina, lei è una continua fornte di stupore. Non avrei mai creduto che fosse lei l'autrice di una simile meraviglia. Le confesso che io solo al pensiero del lavoro che ci sta dietro mi sento stanco.» E sporco, aggiunse mentalmente.

{ Iulia Zapovedniki }

Fece una leggera risatina, poi si fermò davanti ad un cespuglio di rose e prese ad accarezzarne una, dolcemente.
« Sa, lord Miller... quando si vive soli, si deve pur trovare un'occupazione, altrimenti le giornate diventano estremamente noiose. Ed io ho trovato la mia valvola di sfogo in loro. Sono tutto quello che ho, attualmente »
Ora il sorriso era più amaro, ma continuava a persistere sul suo viso.
Si allontanò per qualche secondo, tornando con le cesoie che utilizzava abitualmente. Scelse una rosa, la più bella, e ne tagliò il gambo. Poi la prese in mano e tolse tutte le spine, per evitare che Arthur si pungesse.
« Tenga. In ricordo di una giornata alquanto singolare »
Fece un'altra risatina e gli porse la rosa.

[Arthur Miller]

Arthur arrossì: nessuna ragazza gli aveva mai regalato una rosa, o meglio, nessuna ragazza gli aveva mai regalato qualcunque cosa. Se la sistemò nella giacca, ficcandosi in tasca il fiore che aveva già. Sì, la rosa della signorina gli donava decisamente di più. «Vorrei lasciarle anche io un ricordo di questa giornata passata insieme, ma non possiedo nulla.» disse stringendosi nelle spalle imbarazzato. Mai affermazione detta da Arthur fu più vera.

{ Iulia Zapovedniki }

Gli aggiustò la rosa nel taschino in modo che i petali non urtassero contro la stoffa, poi gli sorrise.
« Oh, non importa. Di certo, non dimenticherò questa giornata »
Si portò dietro l'orecchio una ciocca bionda, poi sospirò.
« Vogliamo riprendere la passeggiata? » chiese, volgendo il busto verso un altro viale.

[Arthur Miller]

Arthur annuì con la testa, senza dire nulla. Il giardino gli parve non avere fine e si domandava come potesse una fanciulla del suo rango avere il tempo necessario da dedicare a questo. Essere sola, per Arthur non era una motivazione valida: conosceva altre donne sole che non avrebbero avuto il tempo nemmeno di occuparsi di un mazzo di fiori recisi. Evidentemente non ama la vita mondana, concluse un po' dispiaciuto. «Cosa ne pensa dei balli?» buttò la domanda con indifferanza, aspettandosi il peggio.