| {Dale Hackabout-Edwards}
Ecco, pensò con un sorrisetto alquanto compiaciuto, congiungendo la punta delle dita sopra al tavolo. -Se mi annoiano...!- esclamò, teatrale. -Oh, sì. Terribilmente. Spero non penserai male di me se dico che, all'infuori di una camera, sono totalmente inutili- gli sorrise; credeva davvero a ciò che stava dicendo. -Iniziano a parlare di cose così inutili. E insensate, poi. Cosa me ne importa a me delle gonne alla moda- aggiunse sbuffando. -Per non annoiare- si voltò verso Deidara, così vicino. -Ci sono gli uomini, no?- non era sorridente, o malizioso, ma terribilmente serio. -Quelli non mi annoiano mai, sai?- sbattè un paio di volte le palpebre, tra lo stupito e l'innocente. Era assolutamente certo che quel ragazzo lo sapesse già. -"Rigirare" è innocente, tu dici?- gli stava letteralmente ridendo in faccia. Innocente, "rigirare"? Proprio no, secondo il ragazzino. Girò la sedia, per potersi potare ancora più vicino al ragazzo, anche se abbassò il volto, per non guardarlo. La conversazione si stava facendo più difficile di quanto pensava. -Hai ragione; non è niente di così terribile. Personalmente, sono sempre stato in buona fede quanto a scuola sbattevo un pò le ciglia, come unica scusa per il non aver svolto i miei compiti- rise, divertito. -Cose da nulla, in effetti- Si poggiò una mano sul petto scarno, schernendosi. Scosse graziosamente -leziosamente, forse- la testa. Angelo. Quante volte era stato chiamato così, soprattutto intorno ai quindici anni? -Angelo tentatore...- ripeté, sempre senza guardare Deidara. -Se ti dicessi che non sono mai stato chiamato così non mi crederesti, ne sono certo, e a ragione- Rialzò il capo, riavviandosi una ciocca di capelli. Non aveva mai riflettuto -riflettuto seriamente, cioè. I vaghi e comunque malinconici pensieri da ubriaco non contavano- se la cosa gli piacesse o meno. Scelse, come sempre, di aggirare il "problema". -Non è certo colpa mia se sono tutti così corruttibili!- frase banale, qualunquista, scontata; ma, almeno per lui, vera. Alzò i palmi delle mani, come a difendersi, ma sorrideva. Strano: gli era venuto da pensare, più che alle ragazze cui aveva detto tante belle parole per poi lasciarle una volta ottenuto ciò che voleva, agli uomini, magari non più giovanissimi.
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