Brunch., 1 giugno 1886 ~ Tarda mattina; tempo nuvoloso.

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view post Posted on 9/1/2009, 20:19
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"ovosodo"

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Deidara Sayonji }


Fece un cenno col capo, soddisfatto; perdersi in una città era il modo migliore per godersela, lo aveva fatto sin da piccolo. Per Parigi, oh quante volte s'era perso, e quante volte aveva riso sentendo sua madre urlargli contro di smetterla di farlo, sulla buona strada per avere un infarto. Poi, aveva capito che era inutile mettersi ad urlare, visto che era diventato un vizio.
« Esattamente! Sono un francese; piacere, Deidara » sorrise di nuovo, sbarazzino, tenendogli una mano. Quel ragazzo, non si sa come, lo aveva reso davvero allegro. Magari era la sua presenza, così naturale, insolita quasi.
Corrugò poi le sopracciglia, infantile come sempre nelle espressioni, inclinando leggermente il capo verso sinistra, per scostare anche il solito ciuffo fastidiso.
« E' un ragazzo davvero particolare, questo, una bella compagnia » rispose, prontamente, senza aspettare il seguito del suo discorso, arricciando poi il naso in una sua solita smorfietta.
« Sto pensando questo; l'alcool, non l'ho proprio badato » scrollò una spalla, con un sorrisino, finendo, appunto, il contenuto del proprio bicchiere subito dopo.
 
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Nymph.
view post Posted on 11/1/2009, 13:12




{Dale Hackabout-Edwards}

-Dale- gli disse semplicemente, rispondendo alla stretta con insolito calore.
-Francese! Bello!- esclamò. -Di Parigi? Dev'essere un posto incantevole. Ho sempre desiderato vedere la Francia- era sincero. Era la sua più grande (e irrealizzabile) fantasticheria: lasciare l'Inghilterra che ormai sopportava a malapena e andarsene a Parigi.
-Ho studiato francese, in collegio- gli disse con un sorriso, omettendo che spesso, durante quelle lezioni, abbandonava la testolina bionda sul banco e si metteva a dormire. -è una bella lingua, molto più dell'inglese. A proposito, te la cavi a meraviglia con l'inglese-
Fece sparire in un sol sorso ciò che restava nel bicchiere, imitando Deidara. Quel ragazzo lo affascinava davvero, e Dale era anche un poco invidioso della sua sicurezza.
-Grazie- fissò il proprio bicchiere. -Anche tu sei di buona compagnia. Di solito frequento gente totalmente diversa; mai persone della mia età- roteò gli occhi con aria annoiata, tracciando linee immaginarie sul tavolino.
-Sei qui per lo studio, immagino?- gli chiese timidamente.
 
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view post Posted on 11/1/2009, 14:31
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"ovosodo"

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Deidara Sayonji }


Sospirò, con un sorriso evidentemente nostalgico nel sentire nominare Parigi. La sua bellissima Parigi, con il suo sole, la sua notte incantevole, il suo cielo stellato, le sue nuvole chiare, la sua neve ed il suo inverno sorprendentemente caldo tra le coperte dinanzi un camino. Gli mancava casa sua, anche se il suo concetto di casa non era poi tanto stabile; era solo una piccola eccezione a confermare la regola, quella. Una bellissimia eccezione.
« Dovresti farti un regalo ed esaudire questo tuo desiderio » annuì, poi, con un sorrisino « ne vale la pena, sono sicuro che non verresti più via di lì, oppure, incominceresti a viaggiare... finendo per tornare sempre a Parigi » un altro sospiro, con un sorriso molto più sbarazzino questa volta.
Mormorò un "grazie", poi, iniziando a percorrere il contorno del bicchiere con un dito, distrattamente.
« Dalla tua espressione ne deduco che quella gente sia tutto tranne che divertente » ridacchiò, puntinellando poi il gomito sul tavolo ed appoggiando il viso sul palmo della mano.
« Il motivo principale non era lo studio, ma ne ho approfittato » scrollò una spalla, facendo leva con le mani sul tavolino e sporgendosi, avvicinandosi al suo orecchio con un sorrisino beffardo.
« Mi hanno spedito qui con l'intento di rendermi un signorino più responsabile; diciamo che ho combinato una specie di guaio » confessò, sussurrando, prima di ridere e tornare a sedersi.
 
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view post Posted on 11/1/2009, 20:01




{Dale Hackabout-Edwards}

-Credo proprio che lo farò- mormorò il ragazzino, socchiudendo gli occhi. Per un secondo si chiese come pagarsi un viaggio in Francia, ma poi si ricordò che il padre non glielo avrebbe mai rifiutato. Non gli avrebbe mai rifiutato nulla, alla fine.
-Già- annuì tetro. -Ma sono costretto a frequentarla... lavoro, diciamo- arricciò il naso, con un sorriso malizioso, lasciando che Deidara si chiedesse di che tipo di lavoro si trattasse. -Una vera noia. Sembra che il denaro o il lavoro siano gli unici argomenti di conversazione che esistano. Questo per gli uomini, ovviamente... le donne non fanno altro che ossessionarmi con vestiti, e quanto sono belle, quanti uomini le corteggiano- impaziente, tamburellò le dita sul tavolino.
-Un signorino responsabile?- rise, senza voltarsi verso il ragazzo. Quando lo guardò, gli dette un'occhiata esaminatrice, da capo a piedi. -Io dico che ci sono riusciti. Almeno in apparenza- aggiunse, scostandosi i capelli.
-Ci hanno provato pure con me- gli confidò. -Con anni di insulso collegio, lezioni di etichetta e perdite di tempo di questo tipo. Anche questo, davvero, davvero noioso. Mi piace pensare di aver enormemente deluso tutti- sorrise, alludendo a quella che era una tra le frasi preferite del padre.
Appoggiò il mento al pugno chiuso. -Curioso- commentò divertito, con la mano che nascondeva l'incantevole sorriso alla vista. -"Guaio" è la parola che mi viene associata davvero di frequente. Nel mio caso, spesso è pronunciata da un qualche padre infuriato. E nel tuo, amico mio?-
 
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view post Posted on 11/1/2009, 20:37
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"ovosodo"

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Deidara Sayonji }

Corrugò leggermente le sopracciglia, con un sorrisino incuriosito in viso; qualunque lavoro fosse il suo non era di certo nulla di comune, questo l'aveva intuito. Si lasciò poi scappare una risatina, mettendo da parte quella curiosità per dopo, annuendo alle parole del giovane. Lavoro, denaro, tutto così banale, noioso, abituale dal provocargli quasi la nausea. Per non parlare poi di donne, di certe donne, che avrebbero dovuto camminare circordate di specchi e bei giovani pronti a stendere giacche su pozzanghere e, perché no, farsi portare anche al guinzaglio.
« Ti sembro responsabile? » rise, inclinando di nuovo il capo, con la curiosità che non mancava mai a colorargli il sorriso, già pieno di malizia. Arricciò poi le labbra, in una smorfietta adorabile quanto sbarazzina; quel tipo gli piaceva sempre di più, sì, aveva un nonsoché a spingerlo a continuare a parlare di sè, ed in generale come pochi. E forse era anche per questo che non subentrò il disagio di non poter rispondere "anche mio padre"; suo padre? Suo padre a stento lo vedeva, il giorno, ed a stento lo salutava, si sforzava di sorridergli o di passare del tempo con lui. Suo padre era una figura sbiadita, in lontananza, nient'altro. E sua sorella? Dio, meglio non nominarla, meglio non pensarla neanche.
« Oh, beh, c'è mia zia » ridacchiò, ripensando a quante volte l'aveva ripreso, scuotendo la testa rassegnata nel vederlo ridere.
« Sai cos'è, che la gente non sa divertirsi, e vede tutto come un enorme sbaglio, proprio perché non ci riesce » annuì, arricciando di nuovo il naso nella sua solita smorfietta beffarda.
 
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view post Posted on 12/1/2009, 17:49




{Dale Hackabout-Edwards}

-Mmmh, fammi pensare-
piegò la testa di poco, verso sinistra, assumendo una curiosa espressione pensosa, intensa. Strinse gli occhi verdi, come cercando di concentrarsi.
-No- rise dopo poco. -No, dai. E credo di non sbagliarmi dicendo che, quando ti conoscerò meglio, se tu me ne darai occasioni, rafforzerò questa mia convinzione-
Giocherellava con la zuccheriera, e con tutto ciò che gli capitava sotto tiro, col solito modo di fare fin troppo infantile. Sbuffò. -Detesto chi non sa divertirsi- incrociò le braccia sul petto esile; pensando ovviamente al fratello. -è anche per questo che vorrei andarmene di qui. Mi danno tutti addosso, specialmente i miei... Cioè, secondo loro nella vita si dovrebbe solo studiare- alzò gli occhi al cielo, inorridito. -Ma ti pare?- Dale sapeva che Deidara poteva capirlo su questo fatto. Cosa pretendevano, che buttasse la sua adolescenza rinchiuso in un collegio, chino sui libri, per poi avere un futuro da Charlie-Boy?
-Cosa ne dici di Londra, per ora?- gli chiese con un sorriso. -Immagino non si possa neanche lontanamente comparare con la tua Parigi, ma alla fine ci si riesce a divertire anche qui. Se si conoscono i posti dove questo è possibile, intendo dire- aggiunse con l'aria candida.
Le zie, pensava l'adolescente, malinconico. Forse sua zia -quella materna, beninteso- era l'unica sua parente che poteva sopportare. Era gentile e quando Dale stava in collegio gli portava sempre i dolci di straforo. -Beh, le zie sono una grande risorsa se te le sai rigirare bene- gli disse, omettendo il fatto che "rigirarsi" una persona, qualunque persona, come gli pareva, era la sua più grande specialità.
 
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view post Posted on 12/1/2009, 20:19
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"ovosodo"

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Deidara Sayonji }

« Certo che te ne darò occasione, ti ho già detto che sei un colore allegro » sorrise, stavolta quasi come un bambino felice d'aver trovato un altro amico con cui giocare. Finì poi per ridacchiare, scuotendo piano la testa, nel sentir parlare di genitori. I suoi, dovevano essere i classici: studio, studio, studio, senza studio non lavori, se non lavori non hai soldi, se non hai soldi non vivi. Come se la vita fosse quell'assurda monotonia scadente.
« No, non mi pare affatto; saresti grigio come loro » annuì arricciando le labbra a pensarci. Dale magari non era un ragazzo modello, ma non poteva mica dire che vivesse male; o meglio: magari aveva qualche brutta abitudine, ancora non lo sapeva, ma viveva la vita all'attimo, come poteva biasimarlo?
« Il tempo mi da un pò fastidio, ad essere sincero, e mi manca Parigi... ma ho saputo trovar qualcosa d'amabile anche qui » ridacchiò, lasciando intendere quel che più piaceva a Dale; lui, ovviamente, aveva pensato subito ad Adrian. Se non fosse stato per lui avrebbe tranquillamente affermato di detestare quasi quella città.
« Sì, lo sono; la mia si limita a farmi qualche scenata giusto per sfogarsi, sai, con tutti i noiosi con cui ha a che fare, poverina. Però è rigirabile come lo si vuole, ed anche buona » ridacchiò, sinceramente divertito a pensare a quanto sua zia all'inizio s'infuriasse - con una faccia davvero seria, quanto buffa - e poi finisse per sospirare e lasciargli fare quel che voleva, con le dovute raccomandazioni che lo trattenevano sì e no una buona mezz'ora.
 
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view post Posted on 12/1/2009, 23:01




{Dale Hackabout-Edwards}

"Grigia" era la parola che Dale stesso avrebbe usato per definire tutta la sua famiglia, e il loro modo di vivere, che sembrava come programmato, quasi scritto ora per ora su un foglio di carta dove cambiavano solo i nomi degli ospiti di questo o quel party, e nient'altro.
-Diciamo che per loro sono fin troppo colorato- ridacchiò nascondendosi dietro una mano. Prima di continuare a parlare, esitò visibilmente, tirandosi più indietro sulla sedia e abbassando la testa. Gli veniva facile parlare, finché si trattava di argomenti più o meno neutri, o insultare bonariamente il fratello. Tutt'altra storia il parlare veramente di sé; allora si zittiva come per magia.
-Credo proprio che vi andrò, a Parigi. Anche io non amo particolarmente questo clima, e poi devo ovviamente sfuggire alla mia solita folla di ammiratrici. Ultimamente è diventata una vera scocciatura- sorrise divertito, con la solita mano tra i capelli, e togliendosi d'imbarazzo nel solito modo, ossia dicendo stupidaggini.
-Chiunque è rigirabile come si vuole- sussurrò Dale a Deidara, sporgendosi sul tavolino, e spalancando gli occhi come se gli stesse dicendo una grande verità. -Chiunque- ripeté. -Non importa se si tratta di vecchie, buone zie; di insegnanti di scuola, o ancora di ragazzine dell'alta società. Se uno ci sa fare, quel minimo che basta...- lasciò la frase in sospeso, tornando al proprio posto e, appoggiando allo schienale, si dondolò con la sedia. Gli bastava solamente pensare a Rachel Blanchard, al ballo -perché si chiamava Rachel, vero? O Rachel o Roxanne, proprio non riusciva a ricordarsi- così orgogliosa, e che aveva ceduto dopo neanche un paio d'ore.
-A me, personalmente, basta aprire gli occhi e scuotere i capelli- scherzò, ma non troppo, guardando fisso il ragazzo di fronte a sé. -E tu, come fai?-
 
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view post Posted on 13/1/2009, 15:08
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"ovosodo"

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Deidara Sayonji }

« Non mi sorprende che tu abbia una folla d'ammiratrici ad inseguirti » rise, senza preoccuparsi di un pò d'ambiguità - o di un velato complimento - che il ragazzo avrebbe potuto trovare in quella frase. Effettivamente, era piuttosto veritiera; Dale non era affatto brutto, anzi, tutt'altro, ma la cosa che più l'aveva colpito di lui erano stati gli occhi. Quel verde. Quando se li ritrovò così vicino, non potè fare a meno di guardarli bene; il verde, come colore, gli era sempre piaciuto. Era il colore che associava all'amore, a volte - a lui paragonare il rosso all'amore non piaceva affatto. Li osservò, inarcando un sopracciglio con un sorrisino beffardo, curioso, ambiguo come al soito; quel ragazzo aveva più che ragione a dire in quel modo. E per loro due - a cui i mezzi non mancavano, bisognava riconoscerlo - bastavano solo le tattiche giuste, qualche parola, sguardo.
« Gli occhi li uso anche io, e qualche espressione... poi, dipende anche da chi si deve corrompere; non ho metodi fissi » precisò, tornando ad appoggiarsi allo schienale della sedia, con ancora quel sorrisino in volto. A volte gli era capitato di sciogliersi la mezza coda, lasciando ricadere tutti i lunghi capelli sul bel volto, ciuffo compreso, altre volte qualche espressione infantile.
 
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view post Posted on 14/1/2009, 21:54




{Dale Hackabout-Edwards}

Fece un vago cenno con la mano, schernendosi, come a dirgli di non esagerare, anche se in realtà era davvero compiaciuto. -Non esageriamo- sorrise, senza guardarlo. -Devo ammettere che riscuoto qualche piccolo successo con le donne, però, ma nulla di troppo eclatante- rise, sentendosi alquanto ipocrita. Captatio benevolentiae direbbe Charlie-Boy, pensò divertito.
Annuì più e più volte alle parole di Deidara. Trovava assolutamente giusta ogni cosa che diceva. Se ti sono date certe armi, pensava il ragazzino con un sorrisino lieve sulle labbra, non usare sarebbe un'ingiustizia ed un insulto. E trovava fosse assurdamente ipocrita scandalizzarsi per una cosa del genere -come faceva Charles, tanto per dirne uno.
-Corrompere...- disse meditabondo, continuando a dondolarsi sulla sedia. -Che termine!- esclamò; -Così sembra che facciamo cose non proprio limpide- osservò Deidara con gli occhi spalancati e un'aria davvero innocente. -Rigirare mi sembra più adatto. Ha un qualcosa di quasi artistico, non ti pare?-
Gi era venuto naturale fin da bambino, prima con gli insegnanti, poi per lavoro gli era tornata utile, quell'aria così infantile e nello stesso tempo seduttiva, anche se non se ne rendeva conto la maggior parte del tempo.
Gli sorrise un pò mestamente, continuando a giocherellare col bicchiere vuoto. Si sarebbe sentito un poveretto ad ordinare un terzo bicchiere. -Devo ammettere che, se ogni tanto mi tocca dover scappare da una folla inferocita di donzelle, è perché me la sono andata a cercare-
 
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view post Posted on 15/1/2009, 15:25
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"ovosodo"

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Deidara Sayonji }

« E non ti annoiano, le donne? » chiese, con un'aria che sembrava molto più innocente, ma in realtà aveva decisamente dell'ambiguo. Non era mica una domanda fatto a caso, quella; insomma, quel ragazzo non gli ispirava solo il classico bello-e-dannato solo con le donne. Insomma, era un parere alquanto istintivo, ma voleva sapere a tutti i costi se il suo istinto avesse ragione o meno. Non che gli interessasse per suoi scopi personali - o sì? In fondo, era un bel ragazzo no? Ricordati di Adrian, si riprese subito - era semplice curiosità.
« Artistico, 'hn? » Colpito. Aveva esattamente usato la partola artistico, e non poteva chiedere di meglio. E sapeva già come ribattere a quelle sue parole; per questo, sorrise, malizioso, ridacchiando leggermente.
« Rigirare mi sembra troppo innocente, anche se quel che si fa non è un peccato capitale; corrompere... non ti diverte pensare d'essere un angelo tentatore? » mormorò all'orecchio del ragazzo, dopo essersi avvicinato, sempre con quel suo sorrisino beffardo in viso. Angelo tentatore, quanto gli piaceva quella definizione.
 
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Nymph.
view post Posted on 15/1/2009, 23:00




{Dale Hackabout-Edwards}

Ecco, pensò con un sorrisetto alquanto compiaciuto, congiungendo la punta delle dita sopra al tavolo. -Se mi annoiano...!- esclamò, teatrale. -Oh, sì. Terribilmente. Spero non penserai male di me se dico che, all'infuori di una camera, sono totalmente inutili- gli sorrise; credeva davvero a ciò che stava dicendo. -Iniziano a parlare di cose così inutili. E insensate, poi. Cosa me ne importa a me delle gonne alla moda- aggiunse sbuffando.
-Per non annoiare- si voltò verso Deidara, così vicino. -Ci sono gli uomini, no?- non era sorridente, o malizioso, ma terribilmente serio. -Quelli non mi annoiano mai, sai?- sbattè un paio di volte le palpebre, tra lo stupito e l'innocente. Era assolutamente certo che quel ragazzo lo sapesse già.
-"Rigirare" è innocente, tu dici?- gli stava letteralmente ridendo in faccia. Innocente, "rigirare"? Proprio no, secondo il ragazzino. Girò la sedia, per potersi potare ancora più vicino al ragazzo, anche se abbassò il volto, per non guardarlo. La conversazione si stava facendo più difficile di quanto pensava. -Hai ragione; non è niente di così terribile. Personalmente, sono sempre stato in buona fede quanto a scuola sbattevo un pò le ciglia, come unica scusa per il non aver svolto i miei compiti- rise, divertito. -Cose da nulla, in effetti-
Si poggiò una mano sul petto scarno, schernendosi. Scosse graziosamente -leziosamente, forse- la testa. Angelo. Quante volte era stato chiamato così, soprattutto intorno ai quindici anni? -Angelo tentatore...- ripeté, sempre senza guardare Deidara. -Se ti dicessi che non sono mai stato chiamato così non mi crederesti, ne sono certo, e a ragione-
Rialzò il capo, riavviandosi una ciocca di capelli. Non aveva mai riflettuto -riflettuto seriamente, cioè. I vaghi e comunque malinconici pensieri da ubriaco non contavano- se la cosa gli piacesse o meno.
Scelse, come sempre, di aggirare il "problema". -Non è certo colpa mia se sono tutti così corruttibili!- frase banale, qualunquista, scontata; ma, almeno per lui, vera. Alzò i palmi delle mani, come a difendersi, ma sorrideva. Strano: gli era venuto da pensare, più che alle ragazze cui aveva detto tante belle parole per poi lasciarle una volta ottenuto ciò che voleva, agli uomini, magari non più giovanissimi.
 
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view post Posted on 17/1/2009, 10:24
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"ovosodo"

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Deidara Sayonji }

Inclinò leggermente il capo, fingendo un'espressione quasi stupita, arricciando le labbra mentre gli accenni di un sorrisino dannatamente soddisfatto gli si vedevano comparire sul viso.
Bingo, pensò, sostendendo lo sguardo e l'espressione seria di quel ragazzo; azzurro in verde, che combinazione di colori, non gli dispiaceva mica. « Ah no? » mormorò, con una finta espressione infantile da chi forse ha bisogno di più convinzioni, per crederci; un dubitare alquanto malizioso, ecco, il suo.
« Sembra innocente, sì; mi sa di una cosa comune, ecco » si spiegò, portando poi l'indice destro a percorrersi il labbro inferiore, come se fosse un modo per concetrarsi meglio. Rigirare, in fondo, era un'azione comune anche per chi non disponesse d'armi come la Bellezza, due occhioni irresistibili, un faccino dai lineamenti delicati; insomma, bastava anche un pò d'astuzia, per rigirare. Ma corrompere, corrompere gli sembrava un'azione riservata a persone come lui, come Dale, così belle, affascinanti anche, perché no - non aveva problemi a fare, e a farsi, complimenti.
« A me sì, e m'è piaciuto, a dirtela tutta » ridacchiò, divertito, ripensando ad Adrian.
E rise ancora, poi, nello scuotere la testa, divertito, mentre si appoggiava di nuovo allo schienale della sedia. « Ovvio che no, Dale » rise ancora un pò, con il dito ancora sospeso sulle sue labbra ed un sorriso fin troppo luminoso sul dito, mentre lo fissava.
 
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Nymph.
view post Posted on 19/1/2009, 09:05




{Dale Hackabout-Edwards}

Con le parole ci sapeva fare, ma solo fino ad un certo punto. In fatto di spudorata adulazione, ad esempio, era pressoché impossibile batterlo; ma l'adolescente trovava difficile sostenere una conversazione vera e propria.
-Vada per corrompere allora- con un sorriso tirato, tornò ad incrociare le braccia al petto. Onestamente, non capiva troppo la differenza: si trattava sempre di spingere la gente a far ciò che volevano loro, no? E a quel punto, per Dale, non c'era differenza tra tentare, corrompere, rigirare.
-La gente non capisce più nulla quando vede un bel ragazzo- mormorò sottovoce, continuando a giocare col bicchiere. Era una di quelle rare volte in cui desiderava di essere qualcosa di più di un "bel ragazzo", e di essere considerato su un altro piano, oltre che su quello puramente estetico. -è una cosa che a volte mi fa ridere, ma altre volte mi fa davvero orrore- sospirò, scrollando le spalle esili. Quella, invece, era una cosa a cui pensava spesso; anche la persona più integerrima poteva perdere la testa per due occhi verdi e un bel sorriso, senza chiedersi cosa ci fosse dietro. Molto poco, in quel caso.
Scosse la testa, come a scacciare quei pensieri malinconici. -Cosa studi, a Londra?- era seriamente interessato all'argomento studio. Anche se non voleva ammetterlo neppure con sé stesso, aveva blandamente pensato, un paio di volte, di riprendere la scuola, anche se avrebbe voluto dire umiliarsi a chiedere al padre di pagargli gli studi.
 
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view post Posted on 26/1/2009, 18:18
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Deidara Sayonji }

Sorrise, soddisfatto; un sorissino sbarazzino ed allegro, mentre appoggiava il braccio sul tavolo, per stare più comodo. Anche se il sorrisino di Dale era sembrato alquanto forzato - o magari era forse una sua impressione - non indagò. Era piuttosto normale che ognuno avesse le proprie idee, e lui non era tipo da imporre le proprie.
« Se ti fa orrore, non sei solo un bel ragazzo, allora; oltre la Bellezza hai anche altro, notevole » sorrise, poggiando poi il capo sul palmo della mano, incuriosito. Quella sua frase lo aveva colpito, e perché no, avrebbe volentieri approfondito su quel che pensava a riguardo. Una cosa era certa: non era stata detta a vuoto.
« Arte » rispose, semplicemente, attirando la tazza di caffè che aveva messo via; improvvisamente, ne aveva ancora un pò voglia. Parecchio lunatico quella mattina, eh? Pazienza.
 
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