Un caffè particolare, 15 Giugno 1886 - mattino - pioggia

[Leyla Rachel Goodwill]

Sentiva i propri abiti bagnati aderire perfettamente addosso al suo corpo come una seconda pelle. Per quel giorno aveva scelto un vestito di una sfumatura di rosa molto tenue che probabilmente era divenuta trasparente sotto la pioggia.
Leyla non vi badò, era più preoccupata per la domanda che le aveva appena rivolto Victor. "Mi chiedete se lo amo? Oh, Cielo! Forse. Prima si, adesso non lo so." rispose confusa e presa alla sprovvista. "Andiamo a casa vostra?" ripete sottoforma di domanda, come se non avesse capito qualcosa che invece era totalmente palese.

[Victor Léon Hathorne]

"E cosa provate nei miei riguardi, principessa?" gli occhi si posarono sul corpo della ragazza, il corpetto si stava facendo sempre più trasparente, sotto la pioggia, alzò lo sguardo cercando di non pensarci.
"Si, andiamo a casa mia, non ne siete contenta?" chiese con voce squillante

[Leyla Rachel Goodwill]

"Sono totalmente attratta da voi al punto da pendere dalle vostre labbra senza potervi nemmeno vedere sul serio." arricciò il naso consapevole di aver fatto un'uscita troppo sincera come al suo solito. Dopo che era riuscita a non straparlare nel locale, era strano che non facesse nemmeno un passo falso con le parole, come le capitava continuamente. "Mhm...non del tutto, ecco, io... un pò. Si solo un pò." si affrettò ad aggiungere, mordendosi l'interno della guancia volontariamente, senza farsi male.
"Sì lo sono, è che fatico a capire più di due domande insieme. O forse fatico semplicemente a rispondervi, non lo so...""

[Victor Léon Hathorne]

Sentendo Leyla rise "bentornata in voi" finalmente la ragazza era ritornata ad essere la giovane fanciulla impacciata, che si rimangiava le parole appena dette, per non sembrare sfacciata "anche io sono attratto da voi" le baciò la fronte.
Si fermò sotto la pioggia, sempre più insistente, "siamo arrivati" disse guardando il cancello dell'enorme villa, dall'altro lato della strada.

[Leyla Rachel Goodwill]

"Finalmente per voi, quella che parla troppo tanto sono io!" disse con un tono di voce che sembrava sia scocciato, sia un tentativo di parlare trattenendo le risate.
"Siamo a casa?" chiese senza dire casa vostra, come se fosse un pò anche sua.

[Victor Léon Hathorne]

"Noto con piacere, che già la considerata un pò come la vostra casa" rise e attraversò la strada "si, mia cara principessa, siamo a casa" le baciò la fronte bagnata arrivando davanti al grande cancello nero in ferro battuto.