Cenni Storici.

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Flynn
view post Posted on 17/2/2008, 17:50




La Londra di cui parliamo è quella degli ultimi anni dell'ottocento, sotto il regno della Regina Vittoria chè morì nel 1901.
In questi anni l'Irlanda, capitanata dal nazionalista Charles Parnell, iniziava ad insorgere per ottenere un proprio governo che fu loro concesso solamente dopo la Prima Guerra Mondiale.
Nel 1870 l'Elementary Education Act riconosceva la necessita di una formazione primaria per i bambini.
Nel 1872 invece il Ballot Act assicurava il voto segreto a chiunque potesse votare. Sempre in questa sfera, nacque il Partito Laburista e la questione femminile divenne sempre più dirompente con la nascita delle Suffragette, donne appartenenti ad un movimento di emancipazione femminile nato per ottenere il diritto di voto (dalla parola "suffragio" che significa "dichiarazione della propria volontà in procedimenti elettivi o deliberativi; voto").
Gli Inglesi, nel frattempo, erano diventati abitanti delle città, allontanandosi sempre più dalle campagne. Se in passato la città era sinonimo di sporco, disagio, cattivi odori e rumori, adesso si erano aggiunte le grandi dimensioni delle periferie, l'altissimo numero di industrie e l'altissima densità di popolazione.
Con l'avvento della seconda rivoluzione industriale ci furono numerosi benefici, tutti a vantaggio dell'alta e media classe sociale. Inoltre crebbe moltissimo la media borghesia.
La vita lavorativa iniziava prestissimo (anche quattro o cinque anni) e continuavano fino a che il fisico lo permetteva.
Vennero importati nuovi cibi, si crearono divertimenti occasionali come i pubs e gli sport ma la vita di chi era costretto a lavorare rimaneva difficile. I nobili e l'alta borghesia, al riparo nei loro raffinati appartamenti, discutevano e dibattevano sulla povertà come problema nazionale.
I poveri vivevano nelle periferie, caratterizzate da squallore, disagi e cimine. Il tasso di mortalità, tra di loro, era molto alto. Le centrali di polizia venivano costruite vicino al questi quartieri poverissimi poichè far applicare la legge e la giustizia rimaneva uno dei maggiori problemi.
L'introduzione dell'acqua corrente migliorò comunque un po' l'igene personale e collettiva

Il termine Vittoriano, un po' alla stregua di quello di Puritano, divenne sinonimo di valori morali e sessuali. I nobili e l'alta borghesia non promuovevano la società per quello che era, ma per come loro avrebbero voluto che fosse.
Le classi più alte attinsero a nuovi ideali: il duro lavoro, il senso del dovere, la diligenza, il tempo libero organizzato e il buon comportamento.
Nacque una nuova idea di rispettabilità (che era un misto di moralità e ipocrisia) che distinse i ceti elevati da quelli poveri: le buone maniere, case grandi e confortevoli con servitori, attività caritative, la filantropia e il regolare incontro in Chiesa.
Le famiglie erano dominate dagli ideali borghesi: era il marito il capofamiglia seppure la donna aveva un ruolo chiave (non adeguatamente riconosciuto) dato che provvedeva all'educazione dei figli e al mantenimento delle finanze (si occupava dei conti di casa, dunque).
La sessualità era repressa sia in pubblico che in privato ma questo non portava solo alla maggiore frequentazione alle case del sesso.
Per quanto riguarda la letteratura, erano molto di moda le poesie e i romanzi anche se i Vittoriani erano per lo più interessati alla prosa. I romanzi iniziarono ad apparire a puntate sui giornali dando così via allo scambio di opinioni tra i lettori e gli scrittori, che avveniva solitamente nei Cafè.
 
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Flynn
view post Posted on 30/5/2008, 13:49




Contesto Storico

Vittoria ascese al trono della Gran Bretagna quando aveva soltanto 18 anni.Presto divenne molto popolare tra la gente comune per la sua determinazione ad essere una buona regina, la sua semplicità e il suo alto senso del dovere. La giovane età e l’inesperienza della regina facilitarono lo stabilirsi di una monarchia costituzionale in cui il governo era sempre più nelle mani del Parlamento, guidato ora dai conservatori(Tory) ora dai laburisti(Whig).
Durante l’ “era delle macchine”,com’era chiamata l’epoca Vittoriana, il processo di industrializzazione che era iniziato nel secolo precedente continuò senza essere ostacolato.
Durante la prima decade del secolo, le dure condizioni di lavoro nelle fabbriche, l’elevato prezzo del cibo e la depressione economica causarono molto di scontento tra i lavoratori, che cominciarono a organizzarsi in movimenti della classe lavoratrice.
Nel 1838 si fecero portavoce del loro malcontento i “Cartisti”,un gruppo di radicali e lavoratori che presentarono al Parlamento un documento chiamato “People’s Charter” invocando una radicale riforma del parlamento in sei punti che dovevano dare la vera democrazia alla repubblica. Il manifesto fu rifiutato e sebbene i Cartisti continuarono la loro campagna per la riforma per un decennio il movimento sparì verso la metà del secolo senza raggiungere i suoi obbiettivi. Gli operai dovettero aspettare il “Reform Bill” del 1867 per essere riconosciuti e il “Trade Union Act” del 1871 perché le loro unioni venissero legalizzate.
In Irlanda, il fallimento della piantagione di patate su cui i poveri dipendevano per la sopravvivenza nel 1845 causò una terribile carestia che uccise migliaia di persone e causò una massiccia emigrazione.
In Inghilterra operai e ceti medi si schierarono per una volta fianco a fianco per la questione del prezzo dei cereali, che era mantenuto falsamente alto dalla legge sul frumento. Queste tariffe protezioniste sul frumento straniero erano state imposte durante le guerre napoleoniche per proteggere l’agricoltura britannica, e non erano mai state abrogate a causa della forte opposizione dei latifondisti i cui rappresentanti avevano potere in parlamento. L’abrogazione delle leggi sul frumento nel 1846 in seguito alla forte pressione da parte della Lega anti-legge sul frumento ebbe conseguenze sia politiche che economiche. Spezzò il partito Tory e portò i Whig al potere, mentre la riduzione del prezzo del pane e l’adottamento di nuove tecniche agricole portarono a una migliore produzione e prosperità agli agricoltori e in parte riportarono difficoltà ai lavoratori.Un altro risultato positivo fu che,quando i movimenti rivoluzionari scoppiarono in tutta Europa nel 1848, l’Inghilterra non ne fu contagiata.
La riduzione del prezzo del pane portò sollievo anche alla terribile condizione della popolazione irlandese, ma il problema dell’Irlanda era politico oltre che economico.Fin dall’inizio del 19 ° secolo gli irlandesi cattolici, che non avevano gli stessi diritti civili dei protestanti avevano chiesto una riforma politica e uguali diritti civili.In questo periodo le loro proteste divennero ancora più pressanti e il conflitto politico fu un problema costante.
La pace di cui l’Inghilterra aveva goduto da Waterloo fu improvvisamente rotta nel 1854 dalla guerra di Crimea, l’unico importante conflitto internazionale in cui la Gran Bretagna fu coinvolta durante il secolo. I ceti medi considerarono dovere morale dell’Inghilterra controllare la minaccia posta all’indipendenza turca dai disegni espansionistici della Russia imperialista. La guerra dimostrò che l’efficienza commerciale e industriale della nazione non era parallela alle sue forze armate. L’alto comando dell’esercito si dimostrò particolarmente incompetente.
Dopo la seconda metà del secolo,quando i Whig (ora chiamati Liberali) erano al potere con Gladstone come Primo Ministro, diverse riforme furono introdotte senza molta resistenza da parte dell’opposizione conservatrice. Gli ideali della democrazia divennero sempre più accettati sotto l’influenza del filosofo politico John Stuart Mill. Nonostante egli accettasse il principio base dell’Utilitarismo- il perseguimento della più grande felicità per il maggior numero di persone- egli riconobbe i limiti dello statuto economico del “laissez faire” associati ad esso e discusse il bisogno di un certo equilibrio tra libertà individuale e intervento dello stato. Il risultato fu una serie di atti del parlamento che dettero allo stato moderni servizi e istituzioni: le università vennero aperte a uomini di tutti i ceti, un sistema di scuole elementari venne fornito e le Trade Unions vennero legalizzate.
L’impero Britannico continuò a prosperare e a guadagnare forza e nel 1876 la regina Vittoria fu proclamata Imperatrice d’India.



Edited by Flynn - 30/5/2008, 15:10
 
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Flynn
view post Posted on 30/5/2008, 14:09




Contesto Sociale

L’epoca vittoriana fu un periodo pieno di contraddizioni, di industrializzazione diffusa e progresso tecnologico, di estrema povertà, di sfruttamento degli operai e di grande guadagno per i proprietari delle fabbriche,di riforme sociali senza precedenti, di scoperte scientifiche e irrequietezza religiosa.
L’applicazione della potenza del vapore alle macchine nell’industria tessile, il tracciare nuovi canali e la costruzione di nuove strade e ferrovie, che resero i trasporti più facili ed economici, trasformarono la Gran Bretagna da un paese agricolo in un paese industriale. Questa trasformazione produsse come risultato la migrazione della popolazione delle campagne verso le zone industrializzate in cerca di lavoro.
Molte delle città e paesi del nord e delle Midlands, le zone più industrializzate, vennere in effetti creati in questo periodo. Così, in pochi anni, la popolazione di Londra e di altre città industriali raddoppiò e per la metà del secolo vivevano in città più inglesi e gallesi che nelle campagne.
L’urbanizzazione significò intollerabile sovrapopolamento. Le case era per lo più costruite retro contro retro e lato contro lato; non avevano lavatoi, fogne, rete idrica. Operai licenziati che non potevano nemmeno affrontare il pagamento di un basso affitto vivevano in umide cantine senz’aria.Siccome le condizioni sanitarie nei bassifondi erano così povere il tifo e il colera erano molto comuni.
La filosofia politica perseguita da entrambi i partiti in questo periodo era il Liberalismo, che difendeva la libertà dell’individuo da ogni limitazione esterna che potesse impedire la completa realizzazione del proprio potenziale.
La teoria economica del libero commercio era un aspetto importante del liberalismo ed era popolare sia tra i Tory che tra i Whig. Credeva nella competizione illimitata e obbiettava ao ogni interferenza da parte dello Stato nell’industria e nel commercio. Questo portò alla subordinazione degli interessi dei lavoratori rispetto agli interessi industriali e commerciali,con terribili conseguenze.
Per gran parte di questo periodo, industrializzazione significò spietato sfruttamento dei lavoratori.
Uomini donne e bambini lavoravano in fabbrica talvolta dalle 14 alle 16 ore al giorno,mentre i proprietari pagavano loro salari molto bassi e chiudevano la fabbrica dei periodi di depressione economica. Le donne venivano impiegate nei mattonifici, nelle fabbriche di piattini ceramica dove l’avvelenamento da alluminio e zolfo minava la loro salute. Bambini molto piccoli erano sfruttati nelle fabbriche tessili e nelle miniere. L’abisso che separava ricchi e poveri era così profondo che un primo ministro Tory, Benjamin Disraeli nel 1845 scrisse a proposito delle 2 nazioni e molti scrittori contemporanei come Charles Dickens e Elizabeth Gaskell criticarono la disperata situazione della classe lavoratrice nelle loro novelle.
Se queste erano le condizioni di vita degli operai,quelle delle altre due classi della società vittoriana erano molto differenti. Quando la regina Vittoria salì al trono, la natione poteva essere divisa in: aristocrazia, perlopiù grandi proprietari terrieri che avevano potere in parlamento; borghesia(imprenditori, banchieri, investitori e mercanti), il cui crescente benessere economico e rispettabilità stavano aprendo loro la via del potere e la classe operaia (operai e lavoratori agricoli). L’industrializzazione e il progresso tecnologico resero via via più importante la posizione della borghesia. Per la fine del secolo detenevano il potere che rea stato dell’aristocrazia e la distinzione di classe diventò più commerciale che ereditaria.
Così come il primo decennio di regno della giovane regina era stato caratterizzato da una grave frattura nella vita sociale ed economica, il periodo tra i primi anni ’50 e i primi anni ’70 fu di relativa stabilità, dato che gli operai qualificati cominciarono a beneficiare considerevolmente del benessere economico della nazione. Nel 1851 la Grande Fiera dell’Industria tenuta a Londra illustrò le conquiste dell’Inghilterra industriale e la sua preminenza tra le nazioni europee.
I ceti medi vittoriani erano molto orgogliosi dei trionfi della nazione nella tecnologia e nell’ingegneria, la quale aveva cambiato tantissimo l’aspetto dell’ambiente circostante, così come della sua stabilità politica, la sua libertà di stampa, il suo sistema legale e la sua posizione come più potente e ricca al mondo. L’ottimismo era il loro stato d’animo predominante. Credevano che il loro modo di vivere potesse essere esportato in tutte le parti dell’impero in crescita.
I valori della borghesia dominarono l’Inghilterra vittoriana: rispettabilità, buone maniere, parsimonia, dovere, lavoro duro, probità, fede nel progresso materiale, questi divennero gli attributi morali dell’epoca. Si credeva molto nella famiglia, che era solitamente ampia e in cui l’autorità del padre era fuori discussione. Le donne erano strettamente controllate dai loro genitori fino al matrimoni e c’era un atteggiamento puritano verso il sesso; l’argomento era tabù e una signora doveva vivere ignorandolo. Le ragazze della borghesia passavano il oro tempo ricamando, leggendo novelle, prendendo lezioni di canto e imparando a suonare il piano. La realizzazione nel matrimonio era il loro sogno. Questo era il lato rispettabile della medaglia, l’altro lato era rappresentato da: prostituzione, illegittimità e molta criminalità nelle grandi città, in particolare a Londra.
Lentamente la situazione degli operai migliorò. Dietro pressione dei filantropi,letterati e opinione pubblica, il governo introdusse diverse leggi che migliorarono la situazione dei ceti meno abbienti: nel 1847 e nel 1867 i Factory Acts regolarono il lavoro minorile nelle fabbriche, nel 1842 il Mines Act proibì l’impiego di bambini sotto i dieci anni e donne nel sottosuolo, nel 1870 l’Education Act creò un sistema di scuole elementari statali.
L’epoca vittoriana non fu un periodo di rivoluzioni politiche, nonostante il sorgere del socialismo rivoluzionario in Europa e nonostante il fatto che Friederick Engels fosse un proprietario di fabbrica di Manchester e Karl Marx si stabilisse in Inghilterra nel 1849 e basasse molte delle sue teorie sull’osservazione dell’economia inglese. Il socialismo in Inghilterra non si diffuse mai veramente al di fuori dei circoli intellettuali borghesi per influenzare la classe operaia, nonostante la crescita del movimento delle trade unions e l’aumento dei conflitti aperti tra capitale e lavoro. Il Socialismo Britannico fu evoluzionario piuttosto che rivoluzionario e invocò riforme graduali.Era rappresentato dalla Fabian Society, che fu fondata nel 1884 e preferì discussioni, conferenze e volantinaggio all’azione politica.

 
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Flynn
view post Posted on 30/5/2008, 14:27




Contesto Culturale

Nell'epoca vittoriana non ci furono movimenti rivoluzionari in arte, ma una semplice continuazione delle tendenze artistiche. I poeti vittoriani reagiscono individualmente alla condizione sociale, criticando o accettando i cambiamenti del loro mondo.
In ambito teatrale la qualità delle opere era scarsa, il pubblico andava a teatro per vedere versioni adattate di Shakespeare e melodrammi in cui i protagonisti erano stereotipati e l’eroe vinceva sempre.
Genere letterario più importante dell'epoca fu la novella, che divenne la più importante forma di intrattenimento della borghesia e allo stesso tempo il mezzo attraverso il quale essa creò la sua identità culturale. Le novelle erano pubblicate a puntate sui giornali e, siccome i giornali dovevano vendere, le novelle dovevano andare incontro alle esigenze del pubblico (lo stesso Wilde pubblicherà alcuni suoi scritti a puntate su riviste).
Leggere novelle non era un’attività privata ma una cosa comune, infatti venivano lette in casa alla famiglia, e alla lettura assistevano tutti, dai familiari alla servitù.
Grazie alla grande diffusione della stampa, si pubblicarono molti libri, e quindi molte famiglie abbienti ebbero la loro libreria privata in casa; i libri potevano essere presi in prestito dalle biblioteche. Vi è quindi una rinascita della biblioteche pubbliche, grazie alle quali ogni classe poteva leggere.
Le novelle dovevano avere determinate caratteristiche:
- vicende melodrammatiche
- avventure sensazionali
- lieto fine, in qui l'eroe vinceva sui cattivi
La combinazione di questi punti portava al successo una novella.
Gli scrittori dell’epoca sapevano cosa il pubblico volesse perché la morale comune dell'epoca imponeva una visione della vita comune a tutti, ed essi, contribuirono, con i loro scritto, a definire meglio la moralità.
In ambito architettonico, il progresso materiale della borghesia, l’interesse ai soldi ed alla posizione sociale si rifletteva nell’architettura. Grazie alle macchine, che lavoravano meglio e molto più velocemente delle mani umane, ci fu una proliferazione di arredi e ornamenti nelle case vittoriane, di decorazioni negli edifici costruiti in stile gotico, che divennero molto pomposi e sfarzosi, cioè divennero uno sfoggio della posizione nella società e della ricchezza.
Nell'ambito della pittura, gli artisti inglesi amavano i dettagli e i dipinti che rappresentavano la vita quotidiana della borghesia.
Nel 1848 un gruppo di artisti reagì contro l’arte priva di immaginazione e cercarono i modelli nei predecessori di Raffello. Secondo la loro opinione questi pittori avevano la capacità di mostrare veridicamente come fosse in realtà la natura, perché non erano "artificiali" e anzi, avevano una genuina freschezza nelle loro opere.
Quando questo gruppo, che si era autodefinito Confraternita Preraffaelita esibì le opere, venne molto criticato perché non rappresentava l’ideale di bellezza del periodo.

 
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Flynn
view post Posted on 13/7/2008, 13:55




Il Palazzo di Cristallo

La tipologia dei padiglioni espositivi fu quella che consentì gli esiti più straordinari. In occasione delle Esposizioni Universali (Attuali Expo), che a partire dal 1851 si succedettero a cadenza regolare nella varie capitali d'Europa e anche negli Stati Uniti, era necessario allestire in tempi relativamente brevi padiglioni ampi da poter contenere agevolmente i materiali in mostra. Materiali che, a volte, avevano anche dimensioni colossali in quanto, poichè lo spirito dell'Esposizione era quello di mostrare il meglio della produzione industriale d'ogni singolo paese, tra essi si poteva indifferentemente trovare dal piccolo utensile fino alla vaporiera con relativi vagoni ferrovieri.
I padiglioni, inoltre, dovevano obbedire a determinati requisiti di sicurezza, di facilità di montaggio e di altrettanta facilità di smontaggio, nell'ipotesi (economicamente vantaggiosa) di eventuali riutilizzi futuri. Nulla come le strutture in ferro e vetro poteva rispondere a tali esigenze.
La prima Esposizione Universale si tenne nel 1851 a Londra. Si rendeva in tal modo simbolicamente omaggio al paese dal quale la rivoluzione industriale aveva preso le mosse. Per celebrare quest'evento, il comitato organizzatore bandì in concorso internazionale per la costruzione di un padiglione da collocare al centro di una delle zone più verdi della capitale, fra Hyde Park e Kensington Gardens. Tra i 245 progetti presentati venne prescelto quello di Joseph Paxton, un costruttore di serre che prevedeva la realizzazione di una faraonica struttura in ghisa e vetro che, con i suoi oltre 77000 metri quadrati di superficie, sarebbe stato lo spazio più vasto mai coperto da una costruzione in tutta la storia dell'umanità.
L'impresa [...] fu portata a termine in pochi mesi tra lo stupore e i consensi generali. Anche un giornale tradizionalmente conservatore come il Times scrive, al riguardo, che per la realizzazione dell'immenso padiglione è stato adottato un "ordine d'architettura interamente nuovo che produce i più meravigliosi e ammirevoli effetti con mezzi di inarrivabile abilità tecinica".
La costruzione, subito battezzata Palazzo di Cristallo, si compone di una navata centrale gradonata lunga oltre mezzo chilometro, nella quale si innesta un transetto coperto con una gran volta a botte in ghisa e vetro, appositamente costruita al fine di non dovere abbattere alcuni alberi secolari del parco. L'opera di Paxton fu resa possibile soprattutto dal fatto che i diversi elementi strutturali, avendo forme geometriche sempre ricorrenti, poterono essere realizzati in serie commissionandoli a varie fonderie.
Dopo l'Esposizione l'edificio viene smontato e rimontato a Sydenham, una località agricola alla periferia meridionale di Londra, dove protremmo forse ammirarlo ancora oggi se nel 1937 non fosse stato distrutto da uno spaventoso incendio.

CITAZIONE
Il GdR è ambientato nel 1886, più di trent'anni dopo la prima esposizione e lo spostamento del palazzo dal centro della città, inutile dire che, però, dopo un'avvenimento così importante in alcuni salotti se ne parlerà ancora e tutti i Londinesi sapranno almeno il nome della struttura.

SPOILER (click to view)
Itinerario nell'Arte, Volume 3, Dall'età dei lumi ai giorni nostri - Cricco e Di Teodoro - Edizione Zanichelli
 
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