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| Londra, 26 Aprile 1886C her Journal, finalmente eccomi a Londra. Una città magnifica, nulla da discutere su questo punto; è piena di spazi verdi e la continua nebbia che avvolge le corti e si insidia fra le lussuose strade dei borghi, riempie tutto con un'atmosfera misteriosa. Tuttavia non posso dire lo stesso sui londinesi. Gente beneducata, ma profondamente falsa e meschina. Lo so, questa sono termini assai duri, ma non posso fare a meno di scriverli. Le nobildonne e i gentiluomini sono tutti molto spocchiosi, a parer mio. Debbo tuttavia fare una piccola eccezione per una persona. Un tale Vincent Villa. Un uomo gentile e affascinante, incontrato proprio oggi al St.James Park. Oh, penso sia qualche anno più grande di me e dimostra la sua maturità sia nei pensieri che nelle parole. Condividiamo persino la passione per il pianoforte e da quel che ho capito, non deve provenire da una famiglia aristocratica. Tutta questa situazione è molto buffa. Mi domando cosa direbbe mia madre se glielo raccontassi, ma probabilmente è meglio tenerla al'oscuro di tutto. So che non dovrei pensarlo, ma in cuor mio non posso fare a meno di sperare di rincontrarlo, Vincent. Vincent. Vincent Villa. Mon dieu, il tempo aujurdui è davvero volato e Richard mi chiama nell'altra stanza per la cena. A bientot, mon cher et secret amie, ta Josephine.
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