Contesto SocialeL’epoca vittoriana fu un periodo pieno di contraddizioni, di industrializzazione diffusa e progresso tecnologico, di estrema povertà, di sfruttamento degli operai e di grande guadagno per i proprietari delle fabbriche,di riforme sociali senza precedenti, di scoperte scientifiche e irrequietezza religiosa.
L’applicazione della potenza del vapore alle macchine nell’industria tessile, il tracciare nuovi canali e la costruzione di nuove strade e ferrovie, che resero i trasporti più facili ed economici, trasformarono la Gran Bretagna da un paese agricolo in un paese industriale. Questa trasformazione produsse come risultato la migrazione della popolazione delle campagne verso le zone industrializzate in cerca di lavoro.
Molte delle città e paesi del nord e delle Midlands, le zone più industrializzate, vennere in effetti creati in questo periodo. Così, in pochi anni, la popolazione di Londra e di altre città industriali raddoppiò e per la metà del secolo vivevano in città più inglesi e gallesi che nelle campagne.
L’urbanizzazione significò intollerabile sovrapopolamento. Le case era per lo più costruite retro contro retro e lato contro lato; non avevano lavatoi, fogne, rete idrica. Operai licenziati che non potevano nemmeno affrontare il pagamento di un basso affitto vivevano in umide cantine senz’aria.Siccome le condizioni sanitarie nei bassifondi erano così povere il tifo e il colera erano molto comuni.
La filosofia politica perseguita da entrambi i partiti in questo periodo era il Liberalismo, che difendeva la libertà dell’individuo da ogni limitazione esterna che potesse impedire la completa realizzazione del proprio potenziale.
La teoria economica del libero commercio era un aspetto importante del liberalismo ed era popolare sia tra i Tory che tra i Whig. Credeva nella competizione illimitata e obbiettava ao ogni interferenza da parte dello Stato nell’industria e nel commercio. Questo portò alla subordinazione degli interessi dei lavoratori rispetto agli interessi industriali e commerciali,con terribili conseguenze.
Per gran parte di questo periodo, industrializzazione significò spietato sfruttamento dei lavoratori.
Uomini donne e bambini lavoravano in fabbrica talvolta dalle 14 alle 16 ore al giorno,mentre i proprietari pagavano loro salari molto bassi e chiudevano la fabbrica dei periodi di depressione economica. Le donne venivano impiegate nei mattonifici, nelle fabbriche di piattini ceramica dove l’avvelenamento da alluminio e zolfo minava la loro salute. Bambini molto piccoli erano sfruttati nelle fabbriche tessili e nelle miniere. L’abisso che separava ricchi e poveri era così profondo che un primo ministro Tory, Benjamin Disraeli nel 1845 scrisse a proposito delle 2 nazioni e molti scrittori contemporanei come Charles Dickens e Elizabeth Gaskell criticarono la disperata situazione della classe lavoratrice nelle loro novelle.
Se queste erano le condizioni di vita degli operai,quelle delle altre due classi della società vittoriana erano molto differenti. Quando la regina Vittoria salì al trono, la natione poteva essere divisa in: aristocrazia, perlopiù grandi proprietari terrieri che avevano potere in parlamento; borghesia(imprenditori, banchieri, investitori e mercanti), il cui crescente benessere economico e rispettabilità stavano aprendo loro la via del potere e la classe operaia (operai e lavoratori agricoli). L’industrializzazione e il progresso tecnologico resero via via più importante la posizione della borghesia. Per la fine del secolo detenevano il potere che rea stato dell’aristocrazia e la distinzione di classe diventò più commerciale che ereditaria.
Così come il primo decennio di regno della giovane regina era stato caratterizzato da una grave frattura nella vita sociale ed economica, il periodo tra i primi anni ’50 e i primi anni ’70 fu di relativa stabilità, dato che gli operai qualificati cominciarono a beneficiare considerevolmente del benessere economico della nazione. Nel 1851 la Grande Fiera dell’Industria tenuta a Londra illustrò le conquiste dell’Inghilterra industriale e la sua preminenza tra le nazioni europee.
I ceti medi vittoriani erano molto orgogliosi dei trionfi della nazione nella tecnologia e nell’ingegneria, la quale aveva cambiato tantissimo l’aspetto dell’ambiente circostante, così come della sua stabilità politica, la sua libertà di stampa, il suo sistema legale e la sua posizione come più potente e ricca al mondo. L’ottimismo era il loro stato d’animo predominante. Credevano che il loro modo di vivere potesse essere esportato in tutte le parti dell’impero in crescita.
I valori della borghesia dominarono l’Inghilterra vittoriana: rispettabilità, buone maniere, parsimonia, dovere, lavoro duro, probità, fede nel progresso materiale, questi divennero gli attributi morali dell’epoca. Si credeva molto nella famiglia, che era solitamente ampia e in cui l’autorità del padre era fuori discussione. Le donne erano strettamente controllate dai loro genitori fino al matrimoni e c’era un atteggiamento puritano verso il sesso; l’argomento era tabù e una signora doveva vivere ignorandolo. Le ragazze della borghesia passavano il oro tempo ricamando, leggendo novelle, prendendo lezioni di canto e imparando a suonare il piano. La realizzazione nel matrimonio era il loro sogno. Questo era il lato rispettabile della medaglia, l’altro lato era rappresentato da: prostituzione, illegittimità e molta criminalità nelle grandi città, in particolare a Londra.
Lentamente la situazione degli operai migliorò. Dietro pressione dei filantropi,letterati e opinione pubblica, il governo introdusse diverse leggi che migliorarono la situazione dei ceti meno abbienti: nel 1847 e nel 1867 i Factory Acts regolarono il lavoro minorile nelle fabbriche, nel 1842 il Mines Act proibì l’impiego di bambini sotto i dieci anni e donne nel sottosuolo, nel 1870 l’Education Act creò un sistema di scuole elementari statali.
L’epoca vittoriana non fu un periodo di rivoluzioni politiche, nonostante il sorgere del socialismo rivoluzionario in Europa e nonostante il fatto che Friederick Engels fosse un proprietario di fabbrica di Manchester e Karl Marx si stabilisse in Inghilterra nel 1849 e basasse molte delle sue teorie sull’osservazione dell’economia inglese. Il socialismo in Inghilterra non si diffuse mai veramente al di fuori dei circoli intellettuali borghesi per influenzare la classe operaia, nonostante la crescita del movimento delle trade unions e l’aumento dei conflitti aperti tra capitale e lavoro. Il Socialismo Britannico fu evoluzionario piuttosto che rivoluzionario e invocò riforme graduali.Era rappresentato dalla Fabian Society, che fu fondata nel 1884 e preferì discussioni, conferenze e volantinaggio all’azione politica.