Chocolate., 11 Maggio 1886 - Pomeriggio; sole.

{ Adrian Edlinger }


Finalmente, finalmente un po' di sole. Era ora.
Alzò gli occhi al cielo, ammirando il cielo terso, azzurrissimo, con una quantità minima di nuvole a punteggiare quell'immensa distesa turchese, del medesimo colore degli occhi di Deidara.
Sorrise al piccolo monologo del ragazzo accanto a sè, volgendo lo sguardo color dell'acciaio sul viso dell'altro.
«Tsk, non ti credevo così pessimista.» disse, un filo d'ironia nella voce.
«E, no, non mi annoia Londra, affatto.» continuò, vagamente indispettito. Considerava la capitale britannica come ua delle città più varie ed interessanti al mondo, e il fatto che qualcuno non l'apprezzasse appieno lo infastidiva.
«A te sì?» chiese.

{ Adrian Edlinger }


Osservò i passanti, come faceva Deidara. Il paesaggio era innegabilmente calmo, era vero.
«Sì, ma guarda cosa si cela sotto la monotonia e la vostra noia.» mormorò, accarezzandogli deliberatamente una mano, senza distogliere lo sguardo dal viale, un sorriso che gli incurvava le labbra piene.
«Mi incuriosisci, sai? Un giorno mi dovrai accompagnare a Parigi, così la finirai di lagnarti.» ridacchiò, piegando leggermente il capo verso il suo.
Mentre faceva vagare lo sguardo, notò un'insegna di metallo che dondolava, appesa ad un edificio poco lontano. Una pasticceria, e, dalla raffinatezza dell'insegna, abbastanza lussuosa.
Un sorriso più ampio del precedente apparì sulle labbra di Adrian, e afferrato delicatamente il braccio di Deidara, s'incamminò verso la pasticceria.

{ Adrian Edlinger }


Voleva la guerra? Non aveva che da chiederlo.
Sorrise lievemente, dirigendosi verso la porta d'entrata della pasticceria, di legno e vetro colorato al centro, a rappresentare un pavone sui toni del verde e del blu.
«Vuoi dire che a Parigi non siete controllati da una moglie? Ma come puoi confrontare la completa libertà e caos di cui tanto tessi le lodi con il brivido di star facendo qualcosa di peccaminoso?»
Pronunciò l'ultima parola con un tono saturo di malizia, avvicinando fin troppo il proprio viso a quello dell'altro, e scoccandogli un bacio a tradimento sulla guancia, poco prima di aprire la porta ad entrare nel tepore del locale.

{ Adrian Edlinger }


Seguì Deidara, sedendosi accanto a lui al medesimo tavolino, sempre un sorriso a piegargli le labbra.
«Ah, non credo proprio. In Francia, a quanto ne so, avete dei costumi più libertini. Il brivido di giacere con un amante c'è solo quando c'è una moglie ad aspettarvi a casa, e non quando esiste solo l'amante, che, in quel caso non sarebbe più tale, non sarebbe più peccato.» disse, rivolgendo un sorriso malizioso al biondo.
Fece vagare lo sguardo per il locale in cerca di un cameriere.

{ Adrian Edlinger }


Sollevò leggermente le sopracciglia, spalancando poi gli occhi per il gesto repentino di Deidara. Si lasciò toccare, non senza un minimo timore che qualcuno avrebbe potuto vederli e sospettare qualcosa, avvicinandosi pericolosamente a lui quando gli tirò il colletto.
«Soffocare? Ma se sono fresco come una rosa!» esclamò, provocandolo.

{ Adrian Edlinger }


Si sporse verso Deidara, rivolgendogli un sorriso diverso, più dolce.
«A pensarci bene, tu sei come la neve. Bianco, immacolato e bellissimo. L'unica differenza è la temperatura. Tu, a differenza di essa, sei tiepido.» sussurrò, prendendogli la mano sotto il tavolo e intrecciandovi le dita con le proprie.
Un cameriere si presentò al tavolo, attirando l'attenzione dei due uomini con un colpo di tosse.
«Desiderate qualcosa?» chiese educatamente.
Adrian gli lanciò un'occhiata infastidita, per poi mormorare «Sì, per me una cioccolata calda.»