{James Volkov}Se ne stava in piedi davanti all'entrata del teatro, sotto gli archi che di tanto in tanto guardava. Trovava impressionante quanto fossero alte quelle colenne di marmo e quando fossero grandi. Se non stesse aspettando una lady si sarebbe già seduto sui gradini, ma di certo non avrebbe fatto bella impressione alla giovane Curthrose che non aveva certo un'alta considerazione di lui.
Era rimasto piuttosto stupito che lei avesse accettato il suo invito a teatro. Era stato un azzardo, ma ne era valsa la pena. Forse. Aveva accuratamente evitato di invitarla a vedere Romeo e Giulietta ben sapendo, grazie a Flavien, che non le piaceva. Sperava che almeno l'Enrico IV fosse un dramma di suo gradimento. Per sicurezza, nei giorni precedenti, si era perfino letto l'opera di Shakespeare, per essere preparato nel caso lei la conoscesse a memoria, cosa che reputava molto probabile. Quella sera assolutamente non poteva permettersi di fare pessime figure, per sicurezza si era anche ripromesso di non esagerare con il bere e aveva lasciato a casa le sigarette all'oppio e optato, per una volta tanto, a comprarsene di normali.
Era per tutti questi motivi che se ne stava lì dritto in piedi, fissando nervoso la strada e le carrozze che sfilavano o si fermavano a far scendere qualche spettatore. Non aveva la più pallida idea di quale potesse essere quella della famiglia Curthrose, non sapeva che stemma avessero, non ci aveva mai badato. Si chiese se forse non avrebbe dovuto anche andarla a prendere invece che aspettarla direttamente lì.
Stava tamburellando le mani sulle gambe, con un piccolo broncio sulle labbra. Per paura di arrivare in ritardo era finito ad arrivare anche fin troppo in anticipo e quell'attesa lo stava snervando.
Per quella sera aveva optato per un classico completo elegante nero, di manifattura italiana. Non aveva molti abiti di quella foggia e gliene restavano ancora due che Caris non aveva visto, dopo di che gli sarebbe toccato andare a comprarsene un altro se le cose tra loro avessero preso una certa piega, ovviamente non sentimentale per quel che lo riguardava. La camicia era bianca, così come la cravatta e il gilet, entrambi di seta con dei lievi ricami tono su tono. Per quell'occasione aveva perfino il fazzoletto bianco al taschino e un fiore, lo stesso che aveva fatto recapitare a Caris con il biglietto di scuse, all'occhiello. Se Michael lo avesse visto conciato così lo avrebbe preso in giro a vita di sicuro. Questo pensiero lo fece sorridere.
Si passò una mano tra i capelli, dimanticandosi che non li aveva sciolti. Non amava portarli legati e, a differenza della sera del ballo, quella sera la coda era morbida, sulla nuca, fermata da un nastro di seta nero che si confondeva con il colore dei capelli. Un ciuffo gli ricadde lungo il viso e lo portò meccanicamente dietro l'orecchio, per mantenere una pervenza di ordine rispettabile.
Prima di uscire si era guardato per lunghi minuti allo specchio, per assicurarsi che fosse tutto a posto, cosa che non faceva mai. E per la prima volta prestò più attenzione al suo aspetto fisico, soprattutto al volto. Non ci aveva mai badato perchè sapeva di piacere alle donne, in un modo e nell'altro, ma non si era mai reputato un bel ragazzo, per lo meno non così bello da far perdere la testa a tutte le signorine. Quella sera, osservandosi con attenzione, era rimasto piacevolmente colpito dal contrasto che i capelli scuri e gli occhi di un blu inteso e brillante creavano con la pelle chiara del viso. Pensò, con ragione o meno, che era quel contrasto che probabilmente affascinava tanto le donne.
Stava ancora fissando la strada quando vide una carrozza fermarsi davanti alla scalinata che portava all'entrata del teatro sotto gli archi. Non ci fece particolarmente caso fino a che non vide una figura femminile scendere. Sperò che fosse quella benedetta lady perchè, lui, di aspettarla, non ne aveva già più voglia.
Sarà gigante l'immagine lo so, ma ero troppo pigra per rimpicciolirla u__u però così vedi il vestito di James ^^ i capelli sul davanti li ha come il modello della foto, però più lisci e neri neri.