Russell Mansion, 15 Maggio 1886-Mattino-Nuvoloso

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view post Posted on 31/10/2009, 19:31
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[ Heathcliff Earnshaw ]

Salì le scale velocemente, ma con attenzione. Erano le otto del mattino, avrebbe già dovuto consegnare la colazione alla signorina. Gli era stato detto di portare il vassoio in biblioteca..Sembrava che la figlia del conte amasse quella stanza, quasi fosse il suo covo.E si può ben dire che passasse la maggior parte del suo tempo chiusa in quelle quattro mura coperte da libri.
Heathcliff non aveva mai conosciuto la signorina di cui stiamo parlando, miss Elinor; in fondo era il suo primo giorno da servitore, lì a Russell Mansion, quindi è comprensibile. Arrivò in orario preciso davanti alla porta a due ante della biblioteca. Bussò facendo scontrare le nocche contro il legno della porta tre volte, come era comune ed educato fare, e attese. Si sentiva a disagio, in quella casa, dove dimorava l'uomo che gli aveva distrutto l'avvenire.
Ma è necessario che io sia qui- si ripeteva con convinzione. Era tutto nei piani, tutto organizzato.
Non si sarebbe tirato indietro.
Cercò di scostare una ciocca di capelli via da davanti agli occhi, ma aveva entrambe le mani impegnate a tenere quel vassoio, pieno di vivande varie che- era sicuro- sarebbero rimaste quasi tutte lì.
In fondo si sa che le signorine hanno abitudine di mangiar ben poco. Sospirò, mentre ancora attendeva, e si chiese quasi se fosse il caso di bussar nuovamente. Ma poi si disse che no, sarebbe stato sconveniente
 
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•Lilian~Pam~Pam~Chu•
view post Posted on 31/10/2009, 19:45




[ Elinor Russell ]

Erano sempre lì, seduti su quella vecchia ed ingombrante poltrona dall'aria un po' austera.
Erano sempre lì.
Elinor ed i suoi pensieri.
Una compagnia gradita a sua detta : Silenziosa, tacita e poco ciarliera.
Le sarebbe piaciuto uscire, poggiare la schiena al sole e sentire la ruggine della panchina sfregarle senza colpe il vestito.
Non si era mai definita un tipo da sensazioni lei, no.
Seplicemente non lo era affatto.
Eppure .. eppure a volte c'era quella voglia incontrollabile di spalancare le tende e lasciar entrare luce.
Tanta, tanta luce.
A fiotti.
Si, questo le sarebbe piaciuto.
Alzò il capo di scatto, udendo le nocche di qualcuno urtare contro il mogano della porta.
Colazione.
Fece una smorfia, nascondendo in malo modo il giornale che stava leggendo fra le pieghe baldanzose dell'abito.
"Entri, di grazia."
Acconsentì senza troppa enfasi a calcarle la voce.
Preferiva essere lasciata in pace.
Elinor ed i suoi pensieri.
 
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view post Posted on 31/10/2009, 20:12
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[ Heathcliff Earnshaw ]

La porta della biblioteca era davvero sfarzosa, decorata con intarsiature a motivo floreale, di una tonalità più scura rispetto al mogano del legno.
Ma Heathcliff non se ne accorse. Guardava la porta certo, ma non se ne accorse.
Era perso nei suoi pensieri, con quel suo sguardo severo e pensoso che spesso appariva sul suo viso.
E pensava al giorno prima, a come era stato accolto in casa.
Era stato assunto e aveva conosciuto il maggiordomo della casa, l'unico che gli fu presentato come superiore.
Ovviamente non ebbe il privilegio di incontrare il signore, il conte Russell. Sapeva che un semplice servo non sarebbe stato accolto dal padrone, ma in cuor suo sperava di vederlo.
Non sapeva i lineamenti del suo viso, nè il tono della sua voce, nè le sue abitudini. Eppure lo odiava. Già lo odiava.
Non avrebbe mai potuto dimenticare il torto subito a causa di quell'uomo..un gentiluomo..!Ah! Scempiaggini. Un gentiluomo non porta alla rovina un altro uomo rispettoso.
Eppure questo accadde. E Heathcliff si stava comportando di conseguenza.
In maniera corretta o sbagliata?Questo non so dirvelo. So solo che è quello che sentiva, e perciò vi pregherei di non giudicarlo nelle sue azioni.
"Entri, di grazia".
Fu sorpreso all'improvviso da quella voce, si riscosse e spinse con una mano la maniglia della porta sfarzosa.
Lentamente entrò nella stanza, con lo sguardo basso, attento a non incrociare gli occhi della signorina sin da subito.
Non era educazione.
Si richiuse la porta alle spalle, si inchinò e prese a camminare verso la poltrona austera e rosso carminio su cui era accomodata la giovane.
Lentamente mise a fuoco la sua immagine, in modo veloce e sommario, e si disse che era molto giovane.
Non c'era nemmeno il bisogno di vederne il viso per capirlo
Con permesso, miss. La sua colazione.- disse poggiando delicato il vassoio sul tavolino scuro poco distante dalla poltrona.
Rimase lì, in piedi, guardando fisso davanti a sè, aspettando di esser congedato.
 
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•Lilian~Pam~Pam~Chu•
view post Posted on 31/10/2009, 20:30




Elinor Russell

Elinor si sentiva annoiata.
Scostò con le lunghe dita i capelli dalla fronte e attese.
Attese che le venisse servita una colazione che con tutte probabilità avrebbe sbocconcellato con ben poco interesse.
"Con permesso, miss. La sua colazione"
Inclinò appena il capo, annunendo e fissando senza farlo davvero il giovane impaziente di essere congedato.
Strinse le labbra sorniona, lanciando un'occhiata sbieca al giornale che aveva di nascosto sottratto a suo padre.
Non era consono che una signorina del suo rango si impicciasse in tali faccende.
"La prego Milord .."
Iniziò afferrando il giornale e parlando con un tono inspiegabilmente referenziale.
Non le era mai davvero importato dei ranghi, della divisione in classi.
"Rimanga."
Aveva la piacevole sensazione di aver già visto quel volto, di averlo già incontrato.
Ma probabilmente aveva soltanto letto troppi libri.
"A volte la solitudine ferisce, non trova ?"
Sussurrò, porgendo la rivista al servitore.
Voleva compagnia la signorina e in più un uomo che potesse fare ciò che lei stava già da tempo facendo : Tenere in mano quelle poche pagine sgualcite senza preoccupazione.
 
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view post Posted on 31/10/2009, 20:46
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[ Heathcliff Earnshaw ]

Fissava da fuori la finestra la strada lunga e dritta, la Euston Road.
Era la via in cui anche lui aveva risieduto fin da bambino.
Si chiese cosa fosse accaduto alla sua proprietà. Vi ci si era stabilito qualcun altro? O era ancor vuota?
Il pensiero di un estraneo che s'aggirava indisturbato fra i corridoi in cui lui aveva passato le sue giornate lo infiammava.
Perciò chiuse gli occhi, per un attimo, spostando lo sguardo altrove, non osando più tornare alla finestra grande e dalla vista dolorosa.
Si guardò intorno osservando la meraviglia di quell'immensa biblioteca.
Si trovava nell'ala ovest della stanza, una stanza colma di libri, ne era sicuro, d'ogni genere.
Aveva avuto anche lui la sua biblioteca, ma era ben misera rispetto a quella che si presentava davanti ai suoi occhi opachi
Sorrise appena, e pensò che sarebbe stato felice di leggere qualcuno di quei libri.
Ma era decisamente impossibile.
"La prego Milord..Rimanga"
Accigliato affinò lo sguardo puntandolo sulla giovane, puntandolo finalmente sul viso della dama.
E ne rimase..affascinato. Era assai graziosa, dai lineamenti quasi marcati, eppure armonici al tempo stesso.
E quegli occhi, cosi pieni e diversi dai suoi, lo disarmarono.
Si sentì confuso, ma si riprese,sorpreso stavolta dalla richiesta- o per meglio dire dall'ordine- della giovane.
Come desiderate- disse con la sua voce profonda, al tempo stesso nquietante.
Non si capiva mai quale tonalità volesse dare alle parole. Sembrava quasi che parlasse per il dovere di farlo. Non per altro.
"A volte la solitudine ferisce, non trova?"
Sorrise appena, a quel sussurro quasi sconveniente, poichè implicava una confidenza che non c'era.
Quanta malinconia nelle vostre parole..-disse non riusendo a trattenersi.
Se non oso troppo nel dirlo.- si affrettò a dire, come a scusarsi.
Eppure prese la rivista che la signorina gli porse, una rivista che a dire il vero non avrebbe dovuto avere.
Ne sorrise e apprezzò il fatto che la figlia del conte valorizzava l'informazione.
Guardò il giornale, lesse in mente il titolo in prima pagina e sospirò.
Desidera che le legga la prima pagina?
 
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•Lilian~Pam~Pam~Chu•
view post Posted on 31/10/2009, 21:02




Elinor Russell

Sapeva perfettamente di star commettendo uno sbaglio.
Ne era cosciente e questo derivava dal fatto che Elinor non fosse affatto una sprovveduta e tantomeno una sciocca.
Si ritrovò quasi a sorridere, sorpresa per quel suo improvviso eccesso di impudenza.
"Come desiderate."
Alzò il mento, lieve.
Non aveva mai apprezzato gli ordini, ma forse lui stava giustificando entrambi.
Aggrottò appena le sopracciglia, incuriosita dal quel volto tanto giovane, quasi aristocratico.
Saettò altrove lo sguardo, imponendosi di non arrossire.
Trovava quel gesto spaventosamente frivolo e .. compromettente.
"Quanta malinconia nelle vostre parole..
Se non oso troppo nel dirlo."
"Lei è un buon osservatore."
Rispose semplicemente, osservandolo prendere il giornale.
"Desidera che le legga la prima pagina?"
Annuì, increspando appena le labbra.
"La prego, così potrò far finta di non averlo già fatto."
Si sflilò svelta gli orecchini, che le infastidivano i lobi.
Elinor non sapeva spiegarsi tanta fiducia, non ci riusciva.
 
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view post Posted on 31/10/2009, 21:19
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[ Heathcliff Earnshaw ]

Trovò il comportamento della signorina abbastanza ambiguo.
In fondo era un semplice servitore, non si capacitava di tutta questa confidenza che subito ricevette.
Ma non fece domande. Sia perchè non gli era concesso, sia perchè la cosa gli risparmiava molto lavoro.
In fondo era lì per un motivo, e la giovane figlia del conte Russell poteva giovargli.
La sua amicizia, se mai fosse riuscito ad ottenerla, avrebbe potuto esser un legame prezioso e utile.
La vide sorridere appena, nasconendosi quasi come tutte le signorine quando cercano di eludere l'attenzione dalle loro guance che lentamente si imporporavano.
Heathcliff dal canto suo aveva sempre trovato adorabile il rossore che spesso e volentieri ricopriva le guance delle dame.
La sua Rosamund, che mai era stata sua a dire il vero, arrossiva spesso.
Se lo ricordava bene.. Ad ogni poesia che le dedicava, ad ogni fiore regalatole, ad ogni amorevole complimento..arrossiva.
Ed Heathcliff si ritrovava spesso a sognarla cosi.
Sospirò impercettibilmente. Perdersi nel passato non era appropriato, in quel momento.
"Lei è un buon osservatore"
Sorrise appena, facendo un lieve ghigno e piegando appena il capo, quasi ad assentire.
Trovo dilettevole cogliere i particolari delle cose- si spiegò, velocemente, sempre piegando appena in avanti la testa, in segno di cortesia.
Annuì alla sua domanda sul leggere il giornale.
"La prego, così potrò far finta di non averlo già fatto."
Sorrise, abbassando il capo, per quella frase fin troppo confidenziale. Si disse che era meglio non rispondere a quella confidenza.
Si schiarì appena la voce e diede un'occhiata approfondita al Times. Era del giorno prima
Probabilmente la signorina non era riuscita ad avere il giornale del giorno.
Storse le labbra, di nuovo, leggendo la prima pagina.
Mi duole esser lettore di tali notizie- le disse alzando un sopracciglio, gli occhi fissi sul giornale.
Il giornale riporta nuovamente la notizia dell'assassinio avvenuto qui a Euston Road. Sembra che non riescano a trovare il colpevole- disse più a sè che a lei.
Poi sorrise, riprendendosi.
Meglio che io le legga la prossima pagina- disse, come a volerle dare una notizia migliore.
Storse ancora le labbra.
Qui invece viene menzionato il ballo di Maggio che s'è tenuto ieri sera a casa Blanchard..Se permettete, anche questa notizia direi che è di poca rilevanza- e sorrise appena, sornione, al ricordo della gente noiosa e finta che si icnontrava ai balli.
 
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•Lilian~Pam~Pam~Chu•
view post Posted on 31/10/2009, 21:37




Elinor

Alzò un sopracciglio, inclinando il capo meravigliata.
Adorava le persone perse nei propri pensieri, le considerava vulnerabili.
"Trovo dilettevole cogliere i particolari delle cose."
Agitò una mano a mezz'aria, scocciata quasi da quelle inutili referenze.
Si trovavano in una biblioteca, circondati e protetti dai libri.
Tomi lunghi. Tomi brevi. Tomi delicati o anche cruenti.
Le piaceva il non essere nessuno lì dentro, rappresentare il tutto eppure allo stesso tempo il niente.
"Evidentemente non è l'unico."
Rispose con celata sagacia.
Affondò le spalle esili contro il velluto della poltrona, scettica alle parole del suo interculture.
"Meglio che io le legga la prossima pagina."
Propose dopo aver brevemente accennato ciò che era degno di marchiare con l'inchiostro la prima pagina.
"Qui invece viene menzionato il ballo di Maggio che s'è tenuto ieri sera a casa Blanchard..Se permettete, anche questa notizia direi che è di poca rilevanza."
Ascoltò ben poco interessata il mondano evento, ridendo.
Ed Elinor rise, rise a lungo.
Rise come non aveva mai riso.
Una risata molto più vera di quelle sfoggiate nei salotti, strozzate dai corsetti.
E anche molto più triste.
Torni indietro e si sieda.
Ordinò questa volta.
Qual'è il suo giudizio ? Pensa davvero che il killer si occupi soltanto di donne illecite oppure che il nostro ispettore stia facendo sfoggio della sua dialettica per rassicurare noi signorine d'alto borgo ?
Non c'era terrore nella sua voce, soltanto interesse e voglia di un confronto.
 
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view post Posted on 31/10/2009, 22:15
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[ Heathcliff Earnshaw ]

Trovava fastidioso dover porsi a quella maniera servile.
Dopotutto era un conte, in rovina certo, ma pur sempre un conte.
E non era abituato a ricever ordini, da nessuno
Era sempre stato un giovane spensierato, libero e forse anche per questo malvisto dalla società.
Veniva considerato troppo libertino, solo perchè semplicmente non prestava attenzione a tutti i dettami dell'etichetta.
E' sempre stato fiero di questo suo esser distaccato dal resto della società, quasi a volersi estraniare da ciò che era comune.
E adesso si ritrovava a dover subire gli ordini di una famiglia che odiava, a far compagnia ad una giovane che altro non era che la figlia del suo acerrimo nemico.
E anche se a prima vista la giovane gli fece simpatia, non poteva evitare di guardarla con un certo distacco.
Continuò a leggere l'articolo sul ballo a Blanchard quando fu interrotto dalla risata della signorina.
Rimase interdetto, non capendo.
Forse, anzi, probabilmente non era una di quelle giovani dedite ai pettegolezzi da salotto o da sale da thè.
Pensò che fosse un pregio, se tale caratteristica le apparteneva. E si ritrovò quasi a stimarla per questo.
"Torni indietro e si sieda"
Si sieda? Non poteva farlo..eppure era un ordine.
La guardò spaesato, indeciso sul da farsi.
Pooi scostò da vicino al tavolo scuro una sedia e vi si sedette, sommessamente, composto.
E si sentì un pò più a suo agio, come se lo stesse trattando da suo pari.
Cosa che in fondo era effettiva, ma come poteva saperlo lei?
Sorrise della sua domanda, contento e sorpreso che chiedesse il suo parere.
Doveva sentirsi davvero solo, non c'era altra spiegazione.
Eccellente..-si disse.
Ritengo che i giornalisti siano tali quando riescono a fornir le notizie nel modo a noi più gradito- cominciò guardandola con un sorriso.
Si avvicinò appena, di pochissimo, come a dirle una confidenza.
Ovvero facendo di tutto per farci sentire al sicuro
Sorrise, convinto della sua idea, sperando però di non aver impressionato la sua interlocutrice
Credo dunque che se davvero l'assassino uccidesse esclusivamente donne dissolute, l'editore l'avrebbe presentato più come un paladino della purezza
Concluse il suo discorso, tenendo ancora il giornale fra le mani.
E voi? Avete riflettuto a riguardo?
 
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•Lilian~Pam~Pam~Chu•
view post Posted on 31/10/2009, 22:34




Elinor Russell

Elinor lo ascoltò attentamente, lo sguardo ben fisso eppure per nulla insolente.
Non era un difetto che le apparteneva quello.
Corrucciò appena le labbra a quella confidenza che preferiva considerare come la comunione di un pensiero.
Un'idea.
La situazione era bizzarra.
Una contessa che chiedeva la propria opinione ad un servitore ed un uomo che ricambiava per nulla seccato il favore.
"E voi? Avete riflettuto a riguardo?"
Si ritrovò a guardarlo con gratitudine.
Grata di non essere coinvolta nell'ennesima discussione riguardante calzature ed ombretti in polvere.
"Si, Milord. Ho riflettutto."
Posò il capo contro lo schienale, percependo i boccoli vezzosi solleticarle deliziosamente il collo.
"E sono giunta alle sue stesse conclusioni, come le ho già detto è un buon osservatore."
Stirò appena le labbra, schiudendole.
"Ma quest'uomo - come potrebbe trattarsi di una donna - a mio parere non sta facendo altro che riuscire nel suo intento. Vuole la nostra attenzione, la considerazone della gente e noi gliela stiamo dando.
Puntò infervorata il dito contro l'articolo.
"In questo modo."
L'appassionava discutere e rimpiangeva che le donne non fossero ammesse nè all'università nè al Cafè Noir.
Si, tutto ciò la frustrava e in quel momento lo dimostrava.
Doveva stare più attenta Elinor.
 
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view post Posted on 31/10/2009, 22:52
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[ Heathcliff Earnshaw ]

Trovava la compagnia di quella signoria assai piacevole.
E solo dopo averlo pensato si accorse che in fondo era lui a far compagnia a lei, una giovane donna sola..
Sola, cosi tanto da dover ordinare ad un servitore di starle accanto.
Se avesse avuto un pò di interesse per lei, Heathcliff avrebbe provato molto dispiacere per la situazione.
Ma il suo cuore era freddo e se guardava alla situazione triste della giovane lo faceva solo vedendone un vantaggio.
Era più facile, a detta sua, influenzare qualcuno che non ha nessun altro a cui aggrapparsi.
Bastava inchiodarla a sè, e il gioco era fatto.
E non provava rimpianti o dispiaceri per questi pensieri.
Aveva uno scopo ed era pronto a tutto per portarlo a compimento.
La vide molto partecipe della discussione e non fu affatto un impresa per lui comprendere che non era affatto come le altre nobildonne.
Aveva qualcosa in più, forse la sua stessa voglia di evadere.
Decise di non pensare a quest'unica cosa che li accomunava.
Doveva esser freddo, distaccato, ma servizievole.
non un amico, un confidente, qualcuno con cui discutere della cronaca mondana
"Milord", lo chiamava cosi. Ancora una volta, lo trattava come un suo pari.
E la cosa un pò lo metteva a disagio..
Che si notasse la sua origine nobile? Che lei avesse capito?
Poi pensò che era tutto da ricondurre a ciò che è stato scritto prima, ovvero che si sentiva sola e tendeva ad avvicinare chiunque a sè.
Sorrise quando la donna si ritrovò d'accordo con lui.
Capitava raramente che qualcuno condividesse le sue opinioni e si sentì quasi gratificato.
Aggrottò la fronte, al disprezzo che aleggiava dalle parole della Miss.
Voi dite? Quale persona vorrebbe mai esser ricordata come il fautore di tali misfatti? Credo di non trovarmi d'accordo con voi, miss- disse sommessamente, quasi a scusarsi di non essere in sintonia con la sua idea.
Non so dirvi quale sia lo scopo di tale assassino. Sta di certo che una mente razionale come la nostra non può arrivare alla conclusione di tale quesito. In fondo il nostro assassino deve avere una mente distorta, di conseguenza i suoi ragionamenti sono impossibili da seguire per noi.
Si accorse di esser stato troppo eloquente.
Cosi si alzò, velocemente, inchinandosi.
Perdonatemi, voi dovreste fare colazione, io vi importuno inutilmente
 
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•Lilian~Pam~Pam~Chu•
view post Posted on 1/11/2009, 18:28




Elinor Russell

Elinor incrociò le braccia al petto, attenta e sorpresa al tempo stesso.
Le sarebbe piaciuto restar lì a discutere, le gote appena imporporate per l’accumulo d’idee intrise di giudizi, percezioni ed atteggiamenti.
“Sta di certo che una mente razionale come la nostra non può arrivare alla conclusione di tale quesito. In fondo il nostro assassino deve avere una mente distorta, di conseguenza i suoi ragionamenti sono impossibili da seguire per noi.”
Si morse il labbro, lottando contro se stessa per soffocare in gola una risposta affatto dedita ad una signorina del suo rango.
Le sue parole erano giustificate.
La mente distorta di tale individuo comportava le sue insinuazioni.
Tuttavia – come si era costretta più volte – annuì.
“Lei ha ragione, a volte dimentico che non tutto è un enigma da districare.”
Bugia.
C’era sempre qualcosa da risolvere.
Anche nella gente.
Assottigliò appena lo sguardo, quel suo sguardo di cacao che sembrava osservare il niente e che eppure riusciva ad andare oltre.
Lo appuntò in quello del suo intercultore, guardando soltanto.
Improvvisamente però lo vide alzarsi, inchinarsi.
“Perdonatemi, voi dovreste fare colazione, io vi importuno inutilmente.”
Si ritrovò colta alla sprovvista Elinor, ma si riprese in fretta.
Il viso in fiamme per la consapevolezza di aver fatto una sciocchezza : Proprio lei, lei da sempre così pragmatica e razionale.
“Le ho chiesto io di restare Milord.”
Ribatte, cosciente delle proprie azioni.
“Ma ora vada.”
Lo congedò poi, agitando freddamente una mano a mezz’aria.
Puntò altrove lo sguardo, distaccata e frustrata nello stesso ed esatto momento.
Non le capitava spesso di scivolare in fallo, di commettere errori.
Ma a volte succedeva anche a lei di arrampicarsi su pensieri buttati lì per aria che si accendevano e si spegnevano come la possibilità dell’illuminazione elettrica.


 
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view post Posted on 1/11/2009, 19:07
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[ Heathcliff Earnshaw ]

Doveva fare passi piccoli, con la signorina.
E s'era reco conto che, durante quella conversazione, ne aveva fatto uno fin troppo grande.
Non era abitudine dei servi fermarsi ad interloquire cosi a lungo con i propri padroni, soprattutto ad interloquire di fatti mondani e argomenti non inerenti al proprio lavoro.
Non era cosa da fare, ecco.
E poi..sentiva che avrebbe voluto continuare quella conversazione, come se gli importasse delle sensazioni e dei pensieri di quella giovane dal viso intelligente e molto affascinante.
Ciò non doveva accadere. Doveva esser freddo, e so di ripetermi dicendo sempre questo concetto.
Ma era una sua costante, dobbiamo ricordarla..e ricordargliela quando ve ne è il bisogno.
Fortunatamente quella mattina se ne accorse da solo, e si alzò, congedandosi in fretta, rimanendo però nella stanza in attesa che gli fosse dato il permesso di allontanarsi.
Vide sorpresa o stupore nello sguardo della fanciulla, che subito diventò fredda e scostante.
Sorrise appena, e la capì. Anche lei, proprio come lui stesso, s'era lasciata trasportare dall'impeto.
E anche lei non riusciva a capacitarsene.
Con permesso- si inchinò voltandosi e incamminandosi verso la porta.
La richiuse dietro di sè ed una volta fuori dalla biblioteca si concesse un sospiro.
Non era sicuro che quella loro comunanza fosse un bene. Poteva esser pericoloso, aver realmente qualcosa in comune con quella giovane.
Oppure..poteva semplicemente aiutarlo ad avvicinarsi a lei.
Ora però sapeva che avrebbe dovuto esser più libero con lei, dato che in fondo era questo che voleva la contessina.
"Avete portato la colazione a miss Elinor, Heathcliff?"- gli chiese il maggiordomo
Heath colto alla sprovvista quasi si spaventò ma si riprese e subito dopo sorrise.
Certamente- rispose, mentre ripeteva lo stesso nome in testa, immagazzinandolo, facendolo suo.
Elinor...
 
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•Lilian~Pam~Pam~Chu•
view post Posted on 1/11/2009, 19:57




Elinor Russell

Miss Elinor era rimasta distratta e a tratti quasi scontenta.
Aveva sbocconcellato qualcosa e abbandonato - senza troppo rimpianto - il resto nel piatto.
Mangiava poco e ancora si domandava il perchè di tutto quel barbaro spreco.
Arrabbiata con se stessa per la stoltezza di cui aveva fatto sfoggio poco prima, si ritirò cupa nei propri appartamenti.
Lasciò che le domestiche le cambiassero d'abito e le acconciassero i capelli in caldi boccoli vezzosi perfettamente in piega.
La infastidivano tutte quelle attenzioni e ciò era ormai risaputo.
Aveva voglia di comprar dei fiori e di sperare in un qualche raggio di sole.
O forse di schiaffeggiare tacitamente la mente.
Attese quindi ai cancelli il servitore che come di norma avrebbe dovuto accompagnarla.
Naturalmente non poteva essere autonoma, decisamente troppo per una signorina.
 
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view post Posted on 1/11/2009, 20:23
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[ Heathcliff Earnshaw ]

Svolse le sue faccende silenzioso e accondiscendente, mantenendo sempre uno sguardo serio e impeccabile.
Si sentiva controllato, dal maggiordomo si intende.
Che il conte Russell non si fidasse nel nuovo arrivato?
Doveva temere di esser stato scoperto?
Ma si disse che era naturale che lo seguisse, in fondo era solo il suo primo giorno lì
Non doveva esser paranoico e veder pericoli ovunque.
Eppure era inevitabile aver paura. Quando sai di far qualcosa che non andrebbe fatto ti assalgono i dubbi.
E i sensi di colpa, i terribili nemici di ogni uomo.
Eppure doveva farlo, non aveva rimpianti. O almeno, non si permetteva di averli.
Il tempo passava e continuava ad aver incarichi molto stupidi e dozzinali. Non era schizzinoso, però
E accettava tutto, dimenticando per un attimo ciò che era, un conte.
E il farsi dar ordini continuava a pesargli davvero nell'orgoglio.
Poi, un nuovo ordine improvviso.
Aggrottò le sopracciglia, per poi concedersi un sorrisino. Si mise un lungo soprabito scuro, per essere elegante.
In fondo era un servo dei Russell, doveva esser visto vestito bene
Si incamminò sicuro verso l'ingresso e si fermò ammirando la figura che aspettava, decisamente contrariata.
Chissà cosa le frullava per la testa..
Si chiese se fosse offesa per il modo in cui s'era congedato. Si disse che l'avrebbe scoperto presto.
Perdoni l'attesa..- aprì il grande portone facendole cenno d'uscire.
Buongiorno- disse educato. Poi si concesse un sorriso- di nuovo
 
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